«Fa un caldo maledetto, a Roma. È il 1° giugno 2011. Sono venuto a trovare i miei tre figli adolescenti, sono rilassato e ottimista: non sono passati nemmeno tre mesi da quando ho ottenuto il patentino da allenatore al corso di Coverciano e attendo fiducioso la chiamata di una squadra per iniziare una nuova carriera, dopo aver appeso gli scarpini al chiodo da ormai cinque anni.
[...]
Sto andando alla stazione Termini per prendere il treno che mi riporterà a Bologna, quando ricevo la telefonata di Tina, la mia attuale moglie. È agitata. Mi dice che sono arrivati dei poliziotti, hanno perquisito casa nostra, hanno buttato tutto all'aria, e che un ispettore mi sta cercando». È cominciato così, alla fine di una gloriosa carriera sportiva e all'inizio di una possibile nuova vita, l'incubo di Beppe Signori: una persecuzione giudiziaria lunga dieci anni - dal 1° giugno 2011 al 1° giugno 2021 - che si mangerà i successi, i ricordi e i traguardi di un'esistenza intera. Una tempesta che ora - assolto dopo aver rinunciato alla prescrizione - Signori si volta a guardare come un superstite, ripercorrendola nei dettagli attraverso le parole di questo libro, consapevole di aver pagato un prezzo troppo caro per la propria libertà.