Il lavoro indaga, nel quadro della drammaturgia novecente-sca, le linee di un incontro non conformistico e fuori da ogni riduttiva funzione didascalica o apologetica fra antropologia cristiana e teatro.
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Fa emergere i nuclei di una strutturale compatibilita fra i due mondi e li vede convergere sul centro del Cristo, a cui il teatro europeo del Novecento è riandato ripetutamenìe, in modo esplicito o implicito, fra apoteosi e de-risione, fra negazione e desiderio. I suoi personaggi sono stati spesso figura Christi, oscillando fra l'umanità del Chrì-stus patiens, l'uomo sofferente della finale "perdita", e la divinità del Christus resurgens, che vince il dolore e la morte. Il volume analizza alcune opere di autori che si sono lasciati provocare dal cristianesimo da vicino o da lontano: Péguy, Eliot, Bernanos, Fabbri, Luzi, Beckett, Grotowski, Kantor. Il punto di vista non tocca solo temi e contenuti, ma fa emergere le innovazioni formali e le idee di teatro verso cui, frequentando il tema, gli autori sono stati spinti, con esiti alti e significativi. Un corredo di schede informative e di tavole ico-nografiche completa il libro.
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PAVU9@Università Pavia. Biblioteca del Dipartimento di musicologia e beni culturali
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