L'indebolimento della struttura organizzativa e della capacità di mobilitazione dei partiti ha portato a dare per scontata una loro emarginazione dalla scena politica del XXI secolo.
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Alcuni li vedono destinati a soccombere nella sfida con i movimenti e i comitati civici sul terreno della partecipazione; altri pronosticano loro un futuro di inerti strumenti nelle mani di "spin doctors", "campaign managers", "media advisers". In realtà, l'osservazione empirica sembra piuttosto segnalare una persistente capacità dei partiti di incidere sul processo di formazione della classe dirigente, dei governi e delle politiche pubbliche. Per quanto riguarda il caso italiano, non è possibile stabilire con sicurezza se dietro la nascita di nuove sigle e il parziale rinnovamento della classe politica si celi un mutamento radicale o un'operazione di facciata. Questo volume traccia alcune linee essenziali lungo cui lo studio dei partiti può oggi efficacemente svolgersi, sia in termini generali sia con specifico riferimento al contesto italiano.
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PAVU4@Università Pavia. Biblioteca di Scienze Politiche