Vittorio Sereni ha definito il discorso lirico di Daria Menicanti "un limpido canzoniere, sempre leggibile come canzoniere d'amore e sempre capace di ribaltarsi, con poco più di un docile fruscio, in un canzoniere di morte".
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Si tratta di una poesia che lascia emergere, già dalla sua struttura, una precisa percezione della tragicità dell'esistenza umana, colta avvertendo il "decanto del vissuto", tale da provocare echi inquietanti e situazioni drammatiche.
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