Mai come oggi il terrorismo ha avuto tanti praticanti eppure nessuno è disposto a chiamare se stesso terrorista. Questo è il nome che si riserva al nemico. Anche in passato gesti analoghi sono stati giudicati imprese patriottiche, crimini terroristici o legittimi atti di autodifesa secondo chi fosse a compierli e chi a scriverne la storia.
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Ma, se un attacco terroristico è un crimine, se ne può dare una definizione che consenta di riconoscerlo indipendentemente dal soggetto che lo compie? Uno sguardo alla storia di questo fenomeno e alle riflessioni teoriche che ha prodotto, anche attraverso una ricca antologia di testi, è indispensabile per cercare una risposta.