Critico letterario e poeta, nato a Bologna nel 1920, Giuliano Gramigna sembra trarre dalla vecchiaia il miracolo di una semplicità profonda e di un'impressionante lucidità di sguardo sulle cose. Il poeta considera, come dice il titolo, "quello che resta", vede l'esistere come un mediocre residuo, e prende nota degli strani barlumi di senso che gli pervengono dal presente o dalla memoria.