Benché Pitagora e il suo famoso teorema siano universalmente noti, sulla sua vita, il suo pensiero e la storia della scuola da lui fondata le notizie sono vaghe. Ciò si deve in larga misura all'atmosfera di segretezza che circondava la sua scuola.
[...]
La scoperta fondamentale attribuita ai pitagorici è l'intuizione che alla base della natura ci sono relazioni matematiche e che l'universo è razionale. Tale assunto, nonostante la varietà delle interpretazioni, ha dato un importante contributo allo sviluppo scientifico ed è sopravvissuto in qualche forma fino a oggi. Se può essere suggestivo istituire relazioni fra l'Uno della filosofia pitagorica e le moderne teorie unificate in fisica, è tuttavia meno arbitrario, per distinguere la realtà dalla leggenda, affidarsi alla ricostruzione storica del pitagorismo fatta da Platone e Aristotele, vissuti due secoli dopo Pitagora, o ai racconti biografici assai più tardi di Giamblico, Porfirio o Diogene Laerzio. Soprattutto, il pitagorismo ha svolto una funzione fondamentale nel Cinquecento e nel Seicento, fornendo strumenti e stimoli a Copernico, Galileo e soprattutto Keplero, imbevuto di idee pitagoriche, come attestano il suo uso cosmologico dei poliedri pitagorici e il costante studio della musica delle sfere. In questo libro Kitty Ferguson restituisce ora nuova vita a uno dei più misteriosi sapienti dell'antichità, che i suoi discepoli chiamavano "il divino".