Le neuroscienze promettono di svelare le correlazioni tra attività mentale e sostrato biologico: una prospettiva scientifica straordinaria che ha effetti anche nel campo del diritto.
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Ci si chiede, quindi, se l'apparato teorico giuridico sia del tutto fuori gioco, e sia necessario elaborare concetti e soluzioni totalmente nuovi, o se, invece, i nuovi problemi possano essere metabolizzati usando le categorie ereditate dal passato, pur opportunamente adattate. Di fronte a tecniche come il brain imaging, il brain fingerprinting e altre gli studiosi sono divisi tra chi pensa che le neuroscienze possano consentire il superamento di antiche illusioni (come il libero arbitrio) e chi pensa che le novità scientifiche possano essere ricondotte alle preesistenti categorie. In questo volume Oliver Goodenough, Tade M. Spranger, Gilberto Corbellini, Stephen Morse, Marta Bertolino e Luisella de Cataldo si confrontano con questi cruciali temi.e aprono un dialogo con giornalisti, come Luigi Ferrarella e Gianna Milano, e con giovani studiose come Barbara Bottalico e Sara Azzini. Questo volume, il primo in Italia, raccoglie i lavori di un evento specificamente dedicato all'impatto delle neuroscienze sul diritto: il convegno Le neuroscienze e il diritto (Milano, 19 Dicembre 2008), organizzato dal Centro di Ricerca Interdipartimentale ECLSC (Università di Pavia), in collaborazione con la Corte d'Appello, il Tribunale di Milano e il Collegio Ghislieri, con il contributo di FONDAZIONE CARIPLO.
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