Questa è un'opera che può far da seguito a tutte le bibliografìe (come recita il suo titolo originale), tutte le bibliografìe del mondo. Questa è un'opera-mondo.
[...]
Il mondo di quest'opera è l'universo della letteratura che l'autore stesso definisce "Repubblica delle lettere", ossia il sistema di citazioni, riferimenti, filiazioni, incroci, sovrapposizioni, echi, riprese, eredità, tradizioni e... crimini, di cui il più odioso, solo in apparenza, è il furto. Questa Repubblica è un mondo strutturalmente criminale, dove l'appropriazione indebita, la rilettura scorretta, il plagio, il sovvertimento della regola sono motore generativo, ragione della fecondità stessa. E forse proprio Nodier sembra voler lasciare aperta la strada a un'ambiguità sostanziale e indifendibile a rigor di "legge": questi crimini sono se non necessari quanto meno inevitabili per la sua sopravvivenza.