A chi spetta il diritto di decidere in materia di architettura? Come assicurare questo diritto alle persone cui esso spetta? Come farlo in un mondo che va verso una povertà crescente? Come sopravvivere in tale mondo? Sono queste le domande a cui Yona Friedman cerca di rispondere nel presente libro, che non vuole lanciare l?ennesimo attacco all?architettura moderna, ma tentare di proporre soluzioni che rispettino le condizioni di sopravvivenza della specie umana. Di fronte agli attuali problemi di impoverimento e di esaurimento delle scorte diventa indispensabile un?architettura «povera» che riscopra i valori naturali e le tecniche compatibili con un modo di vita più sobrio. Risponde a queste esigenze l?architettura di sopravvivenza. Essa, a differenza dell?architettura classica che mira a trasformare il mondo per renderlo favorevole all?uomo, cerca di limitare le trasformazioni conservando solo le più necessarie perché l?uomo sia in grado di sopravvivere in condizioni sufficientemente favorevoli. In altre parole, l?architettura classica trasforma le cose per adeguarle all?uso umano, mentre l?architettura di sopravvivenza prova a trasformare il modo in cui l?uomo impiega le cose esistenti.