Fino alla metà dell'800 il viaggio in Italia era considerato indispensabile per completare la propria formazione e cultura. Da Milano a Firenze, da Venezia a Roma, da Napoli a Palermo, ogni angolo della penisola lasciava il visitatore meravigliato e sedotto dalla bellezza, l'arte e l'ingegno.
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Aver avvilito, trascurato i segni della nostra identità e dell'industria culturale che per secoli ci ha riconosciuto il mondo è stata una scelta sbagliata. Sia per le limitazioni che ha imposto allo sviluppo di un turismo adatto al nostro paese, sia perché ha annientato qualsiasi sentimento di orgoglio nazionale del quale oggi avremmo più che mai bisogno. Negli anni recenti proprio l'economia del turismo ha messo in evidenza le nostre debolezze, una buona parte della nostra penisola non ha goduto di questa nuova possibilità di sviluppo perché non si è assolutamente tutelata la vocazione di molti territori, quella che ci ha reso tanto amati nel passato, assalendoli con il cemento o peggio abbandonandoli con frequente incuria.