Da diversi anni Casale Monferrato è diventata il simbolo di una tragedia sociale: migliaia di lutti per mesotelioma, asbestosi e tumore polmonare, dalle proporzioni ormai nazionali e purtroppo destinati a durare. Per quasi trent'anni una giornalista vede, vive e annota le storie dolorose della città, raccontando la tempesta che si scatena quando arriva addosso "quella" diagnosi.
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Sul sospetto della malattia è costruito il racconto iniziale. La seconda parte è dedicata alle testimonianze di donne malate, o vedove, o figlie, o sorelle, tutte travolte, in qualche modo, dalla polvere. Segue la cronaca di decenni di rapporto con la lavorazione dell'amianto, di sviluppo economico, di malattie professionali e di battaglie nei luoghi in cui la produzione è stata più radicata (Casalese, Cavagnolo, Rubiera dell'Emilia, Bagnoli di Napoli). La conclusione è una lettera aperta ai "signori dell'amianto", lo svizzero Schmidheiny e il belga de Cartier, ancora più attuale dopo il verdetto del processo emesso nel febbraio 2012, che li condanna a 16 anni per disastro doloso: una richiesta precisa e determinata a contribuire alla scoperta di una cura che guarisca dai danni della "malapolvere".