L'Africa è un continente che trattiamo come un Paese. Come se esistesse un'Africa allo stesso modo in cui esiste un Belgio, o una Lituania.
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In realtà, come per le nazioni europee, di Africa ce n'è più d'una, e gli stereotipi che abbiamo costruito intorno al "continente nero", per quanto a volte non del tutto infondati, per quanto spesso generati da buone intenzioni, sono tutti irrimediabilmente sbagliati. Tutti fuori luogo. Fuori Africa, perlomeno. Gianni Biondillo, che con quegli stereotipi come tutti noi ci è cresciuto, gioca con i nostri cliché, con le nostre aspettative e con i nostri inconsci imperialismi in questo libro colorato e profumato, costruito sulla scorta di molti viaggi africani che lo hanno messo di fronte a una realtà ben diversa da quella delle nostre "cartoline mentali". Per lo stesso motivo l'autore non si illude - impossibile utopia - di restituire in queste poche pagine il senso intero di un continente complesso come l'Africa, ma cerca di regalarci un profilo di "alcune" Afriche che ha incontrato. Quella d'Eritrea, macchiata d'Italia. Quella d'Etiopia, dalle suggestioni imperiali. E l'Egitto con la sua rivoluzione interrotta, il Ciad e il cinema più povero del mondo, l'Uganda e il dramma dei suoi soldati bambini.