Che cosa mangiavano i soldati che fecero grande l'Impero di Roma? Erano davvero conquistatori insaziabili, voraci nel mangiare e smodati nel bere o, al contrario, le privazioni, le fatiche e la disciplina della vita militare li abituarono a pasti frugali, semplici, lontani da qualsiasi eccesso? Quali erano gli alimenti di cui si nutrivano e come riuscivano a far fronte alle loro necessità? Erano gli stessi comandanti a procurarsi i viveri o l'approvvigionamento delle truppe era assicurato da Roma? Esisteva una "dieta di Stato"? Il presente volume racconta di come, tra il I e il II secolo d.C., la macchina logistica imperiale, tramite un intreccio perfetto di competenze, compiti e responsabilità, ripartite ai vari livelli della gerarchia statale e militare, riuscì a organizzare la raccolta, il trasporto e la distribuzione dei rifornimenti alimentari ai soldati legionari e ausiliari stanziati nell'antico regno di Numidia, cuore pulsante dell'intero sistema difensivo dell'Africa romana e quartier generale della legione III Augusta, ricostruendo la composizione delle forniture e quantificando l'entità del fabbisogno alimentare.