La notte del 21 agosto 1986 tutta la vita della valle di Nyos, in Camerún, è spazzata via: polli, zebù e uccelli cadono a terra morti insieme a quasi duemila persone. Nessun danno materiale, capanne e palme sono intatte.
[...]
Si parla di un’esplosione, di uno strano odore, di un lago vicino che si è tinto di rosso, la notizia fa subito il giro del mondo, ma cos’è successo in uno dei disastri naturali più clamorosi del XX secolo? Un’eruzione vulcanica sotterranea? Una filtrazione gassosa? Un’arma chimica o una bomba atomica testata da americani, israeliani o francesi? Un intrigo del presidente Biya per sterminare le etnie oppositrici? Un segno divino? A più di 25 anni dalla catastrofe, Westerman torna in Camerún per recuperare tutti i tasselli del puzzle che è cresciuto intorno al mistero: dalla contesa tra l’audace Tazieff, il prudente Siguròsson e i maggiori geologi del pianeta per far «vincere» la propria tesi, agli interessi postcoloniali dietro la voce della scienza, dallo choc dei testimoni al «perché io?» che ha cambiato la vita ai sopravvissuti, dalla reazione dei missionari alle convinzioni delle tribù animiste, cristiane e islamiche. L’uomo ha bisogno di risposte, e dove non arrivano i fatti osano le «storie», quelle che in tutte le culture, ieri come oggi, si alzano sopra la confusione del mondo e con il tempo diventano miti. Scienza, religione, antropologia, complotto politico e un caleidoscopio di varia umanità si confrontano in un’indagine appassionata e rigorosa tra romanzo e reportage che dal Camerún si allarga a Europa e Stati Uniti, per trovare nell’Africa globalizzata di oggi risposte sorprendentemente vicine alle domande del nostro Occidente.