Responsabilità degli amministratori di società e ruolo del giudice : un'analisi comparatistica della business judgment rule : atti del Convegno del 12-13 giugno 2012, promosso dalla Facoltà di scienze politiche dell'Università di Napoli Federico 2.
"Nelle società commerciali la legittimazione degli amministratori nella conduzione degli affari sociali deve essere considerata assoluta quando la loro azione è conforme alla legge. Il giudice non è legittimato a sostituire la propria valutazione a quella degli amministratori. [...] Ciò non significa che la decisione degli amministratori sia stata corretta nel caso di specie.
[...]
Valutazione che esula dal nostro potere. La Corte si limita a stabilire che la decisione è parsa opportuna agli amministratori e le allegazioni di chi la impugna non dimostrano frode, illiceità o conflitto di interessi nel processo decisionale" (SHLENSKY V. WRIGLEY, 237 N.E. 2d, 776, 777-778 - Ill. App. 1968). Sono trascorsi più di quattro decenni da questo arresto della Corte d'Appello dell'Illinois del 1968 e la c.d. Business Judgment Rule resta più che mai viva e dibattuta nella giurisprudenza e nella letteratura dei principali ordinamenti societari. Alla dottrina della Business Judgment Rule, sempre più invocata anche nelle sentenze italiane di merito e di legittimità, è affidato il difficile compito di individuare il giusto punto di equilibrio tra discrezionalità ed efficiente gestione delle società, da un lato, ed obblighi precisi e responsabilità rigorosa degli amministratori, dall'altro. È indubbio che, in ciascun ordinamento, la modulazione di tale dottrina contribuisca a dare forma ad un peculiare assetto del governo societario.
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