La magmatica e a volte impervia produzione innografica bizantina conosce tra i suoi autori un Fozio, il cui nome si legge in codici manoscritti databili dal X secolo in poi.
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L'erudizione greca e occidentale, nel lento ma progressivo procedere degli studi, ha attribuito sempre gli inni foziani di volta in volta scoperti al grande patriarca (858-867; 877-886), lodandolo come santo e melodioso uccello canoro della Chiesa, o al contrario segnalando talvolta con malcelato stupore la profonda pietas religiosa espressa nei canti del dotto artefice dello Scisma. In questo volume il corpus è analizzato e pubblicato con traduzione italiana (di cinque inni si offre la prima edizione). Nell'innografia, la parola della lode e della supplica alla Trinità, alla Madonna e ai santi si riveste di musica, divenendo canto. Per questo motivo l'analisi metrica dei componimenti foziani si fonda qui sul dettagliato esame di manoscritti musicali, vergati nella cosiddetta notazione mediobizantina, che lasciano intravedere qualche luce in merito alla melodia su cui i canoni, gli irmi e gli sticheri del corpus erano intonati durante i riti religiosi dell'Ortodossia. Si elencano infine gli elementi strutturali, linguistici, stilistici e metrici che possono indirizzare verso una prima valutazione critica dei componimenti, al fine di distinguere quelli a buon diritto ascrivibili al patriarca da quelli probabilmente da attribuirsi ad omonimi autori, da quelli senza dubbio spurii.
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PAVU9@Università Pavia. Biblioteca del Dipartimento di musicologia e beni culturali