Oltre al pianoforte, Mozart suonava il violino.
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Negli anni di Salisburgo il rapporto personale e controverso di Wolfgang con questo strumento - che era anche quello suonato dal padre, Leopold - occupa il centro di una complessa vicenda biografica, psicologica, sociale, culturale, estetica e stilistica, nel corso della quale il giovane compositore cerca di definire la propria voce e di affermare al contempo la sua individualità e indipendenza. Nella fase cruciale dell’esperienza umana e artistica che condurrà Mozart a divenire di lì a poco a Vienna - dove si stabilirà nel 1781 come libero professionista - il maggiore musicista europeo, il rapporto con il violino è il punto focale intorno al quale convergono non soltanto il mutare delle relazioni con la figura paterna e con l’ambiente di Salisburgo ma anche lo sviluppo di una poetica e prassi compositiva che valorizza l’intensità cantabile e affettiva, l’interpretazione drammaturgica e la teatralità della musica strumentale.
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PAVU9@Università Pavia. Biblioteca del Dipartimento di musicologia e beni culturali