"Senso lato" allude a uno spazio ambiguo, che adesca e confonde per i suoi elementi vari ed eterogenei. Sin dall'antichità, la cultura occidentale ha provato attrazione e imbarazzo di fronte al senso del tatto, il più corporeo: plurale e sfuggente, esteso a tutta la superficie cutanea ma anche dotato, nella specie umana, di un organo pregevole come la mano.
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Nel corso del tempo si è presentata spesso la tentazione di costruire gerarchie dei sensi: il gioco ha coinvolto specialmente tattile e visivo, premiando l'uno o l'altro, oppure mostrando l'essenzialità del loro cooperare. Di recente touch è diventata parola-chiave, quasi magica, e numerose discipline convergono a render possibile una tecnoscienza del tatto in ambienti naturali e artificiali. Mentre da varie parti si favoleggia sull'avvento di un'età "aptica" capace di meraviglie, il libro racconta la lunga storia d'idee, immagini, congetture e pratiche scientifiche che precedono gli attuali sviluppi.