Il divieto convenzionale di alienazione, rappresentando scelte di fondo dell’ordinamento, rivela problematicità e complessità interpretative che impongono un profondo ripensamento dei suoi requisiti di validità ed efficacia. Ciò stimola ad esaminare la struttura e la funzione del divieto, nella linea di un costante raffronto tra l’art. 1379 c.c.
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e le altre ipotesi «tipiche» di indisponibilità (patto di incedibilità del credito e dell’usufrutto, vincoli alla circolazione delle partecipazioni azionarie), al fine di cogliere il ruolo di ciascuna disciplina nel sistema, contrattuale e successorio.
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