La relazione interculturale tra Grecia e Oriente antico è tradizionalmente indagata utilizzando due paradigmi opposti: quello della polarità e del conflitto, che offre sostegno alla contrapposizione ideologica tra razionalità ellenica e irrazionalità barbarica, e quello, più recente, dell'imitazione quale prodotto dell'interazione e dello scambio.
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Da questi approcci, che rispecchiano il modello bipartito (autoctono vs. straniero) entro il quale si sviluppa l'immaginario ellenico del barbaro incivile, la presente indagine si distingue soprattutto per due ragioni: "perché analizza il rapporto tra Greci e non Greci a partire dalla privilegiata e inusuale angolazione dell'esperienza sonora, motivata dal giusto riconoscimento della funzione cardine della musica nella cultura e nella società dei popoli antichi; perché applica all'indagine sulle interazioni musicali le produttive tendenze metodologiche recentemente acquisite, che all'analisi dei risultati del confronto e dello scambio fra le diverse culture (procedimento che spesso nasconde orientamenti ideologici) antepongono lo studio dei processi, tramite i quali si individuano, nel campo della musica, le diverse strategie messe in atto nella società greca in risposta agli stimoli di provenienza esterna" (dalla premessa). I risultati, che evidenziano la complessità dei modelli di interazione e reazione e la varietà degli apporti stranieri, offrono paradigmi interpretativi valutabili anche al di là dell'indagine sui fenomeni sonori.
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PAVU9@Università Pavia. Biblioteca del Dipartimento di musicologia e beni culturali