L'evoluzione del linguaggio musicale, dai tempi di Guido d'Arezzo (XI secolo), ha sempre trovato un pendant nei cambiamenti subìti dalla notazione e dalla grafia: ma è fuor di dubbio che è nel Novecento che le nuove esigenze sonore ed espressive hanno preteso una vera rivoluzione nel modo, ormai cristallizzato da troppo tempo, di fissare il suono sulla carta.
[...]
Era necessaria, insomma, una nuova simbologia rappresentativa, la creazione di elementi che facilitassero la comprensione e l'interpretazione del messaggio musicale. Il libro del compositore spagnolo Jesús Villa-Rojo, una delle figure più stimolanti dell'odierno panorama della musica classica, ricostruisce le origini e gli sviluppi della notazione musicale nel Ventesimo secolo, e "racconta il tentativo di tanti autori di piegare il segno al proprio pensiero e quindi spiega che la rottura con la notazione tradizionale non è stato un tradimento alla musica, ma ha origine dalla necessità di superare ciò che i compositori hanno avvertito come un limite" (dalla Prefazione di Gianvincenzo Cresta): uno strumento indispensabile per musicisti, musicologici e semplici appassionati di questioni musicali.
Lo trovi in
Scheda
PAVU9@Università Pavia. Biblioteca del Dipartimento di musicologia e beni culturali
Biblioteca
Università Pavia. Biblioteca del Dipartimento di musicologia e beni culturali