Gli avvenimenti, diffusi e recenti, riguardanti il fenomeno delle migrazioni e della sicurezza nazionale e regionale, evidenziano la mancanza di opportuni provvedimenti di salvaguardia internazionali della sfera dei diritti inviolabili della persona umana.
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La pubblicazione e il recepimento del nuovo Regolamento 679/2016 UE sulla protezione e la gestione dei dati personali accresce le problematiche relative ai processi di controllo e ai limiti posti alla loro diretta implementazione. Più nello specifico, nel riconoscere il migrante beneficiario di opportuni e necessari standard di tutela, occorre comunque bilanciare le esigenze di interesse comune alla protezione del public order su base regionale con il trattamento, la responsabilità e la divulgazione delle informazioni personali più sensibili di particolari categorie vulnerabili di soggetti. Il rilievo emergenziale della crisi migratoria deve porre severi e contingenti interrogativi alle istituzioni e agli organi preposti ad hoc sulla corretta impostazione degli interventi da attuare in osservanza della vasta capacità informativa dei New Open Data System. La collaterale e sinergica collaborazione tra la giurisprudenza delle Corti e le linee guida dettate dalla Comunità Internazionale sui processi di sviluppo sostenibile in agenda devono rappresentare il primo punto di partenza per un’estensione dei diritti del soggetto migrante nella gestione e nel controllo contemperato dei propri dati personali.
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PAVU3@Università Pavia. Biblioteca di Giurisprudenza