I "Manoscritti economico-filosofici del 1844" sono forse il più famoso tra i testi inediti di Karl Marx.
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Fin dalla loro pubblicazione, quasi un secolo fa, questi quaderni sono stati al centro di un dibattito appassionato e violento tra gli interpreti di tutto il mondo, che ha finito per trasformare questi appunti a lungo sconosciuti in un classico della filosofia, dell'economia, della teoria politica, della sociologia. Come uno spartiacque, i Manoscritti segnano infatti il passaggio dal periodo giovanile a quello della maturità di Marx, coronato dalla stesura de "Il capitale". Qui parla di economia politica e filosofia, alienazione e lavoro, Hegel e dialettica, proprietà privata e comunismo. Diversamente dalle traduzioni ancora oggi in commercio e risalenti ormai a settant'anni fa, questa edizione si basa sulla versione più recente e scientificamente verificata dei manoscritti marxiani (MEGA2), fornendo così al lettore un testo all'altezza della ricerca internazionale in materia. A questo aggiunge inoltre la traduzione di nuove pagine marxiane, le cosiddette Note su "James Mill", che forniscono una chiara risposta alla domanda sollevata dai celebri passi di Marx sull'alienazione del lavoro: cosa significa lavorare e produrre in modo umano?
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PAVU1@Università Pavia. Biblioteca di Studi Umanistici