“... Meditare su vocaboli che sono comuni al nostro quotidiano ma il cui uso è, per così dire, meccanico, aprirà nuovi orizzonti di pensiero.
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A titolo di esempio, l’etimologia di assiderare, considerare e desiderare, tre verbi dai significati diversi che contengono il termine latino sidus (stella): infatti chi rimane di notte sotto le stelle, si assidera; chi osserva le stelle per trarne presagi, considera ed infine chi volge lo sguardo al cielo nuvoloso in attesa che il tempo sereno consenta di ‘riveder le stelle’ desidera. Istruttivo e divertente…”. Iniziare da questo riferimento testuale significa capire l’importanza del lavoro compiuto da Maria Rosaria De Lucia sulla portata culturale di Varrone. Nato a Rieti nel 116 a.C., fu legato da salda amicizia a Pomponio Attico, a Cicerone, a Pompeo. Cesare lo incaricò di formare una biblioteca pubblica. Trovò serenità, dopo varie peripezie, sotto Ottaviano e morì nel 27 a.C. Se indagassimo a dovere, mettendoci a sezionare le parole della nostra lingua, poche sarebbero quelle scampate dall’influenza storico-latina.