Questo libro si rivolge a chi in questi anni non ha accettato le spiegazioni convenzionali di una crisi devastante e l'idea che "siamo un Paese corrotto, fortuna che Europa ed euro ci fan rigare dritti". Da Adam Smith a Schäuble, l'ambizione del volume è di intrecciare la teoria economica alle drammatiche vicende della crisi europea, dell'euro, del declino del nostro Paese.
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Non basta prendersela col "neoliberismo", le "banche malvagie", la "finanza speculativa" o la "corruzione". Si deve scavare nelle fondamenta della teoria convenzionale che è dietro le politiche monetarie e fiscali europee, la deregolamentazione finanziaria, lo smantellamento dei diritti sociali (le cosiddette "riforme strutturali"), il mercantilismo tedesco. Muovendo dalle teorie di Sraffa e Keynes e dalla letteratura eterodossa, il volume mostra la debolezza di quelle fondamenta e la natura conservatrice della costruzione europea. Analisi economica critica e realismo politico ci suggeriscono che, sfortunatamente, un'"altra Europa" non è possibile in quanto le entità politiche e monetarie sovranazionali hanno un'insopprimibile impronta liberista, e sono funzionali a smantellare gli spazi nazionali in cui si esprime il conflitto sociale che, se regolato, è il sale della democrazia.