Viviamo un'epoca di cambiamenti straordinari che preannunciano una profonda riconfigurazione del sistema politico mondiale. A soffrire maggiormente questi cambiamenti è l'Europa.
[...]
Il Vecchio continente, infatti, pare aver smarrito la rotta, aver dimenticato quegli insegnamenti legati alla diplomazia, alle regole della ragion di Stato e alla funzione regolatrice dell'alta finanza che gli avevano garantito prosperità e stabilità nella seconda metà del Novecento. Una risposta alle forze disgregatrici in atto non può essere l'attuale Unione Europea, minata dai suoi limiti costitutivi e dalle sue croniche debolezze. Solo «una nuova entente cordiale tra USA e Russia può superare l'unipolarismo e la forza spropositata della finanza sregolatrice». Ci vuole, insomma, un ritorno della politica "buona", ma anche a una economia regolata e a una finanza che guardi alle comunità e non al profitto del singolo individuo. Perché questo possa avvenire, i valori dell'Occidente come la democrazia, la libertà, i diritti della persona devono essere oggi ridiscussi, non dimenticati, né tantomeno abdicati.