Tra gli ultimi testi mandati alle stampe da Voltaire, la "Storia dell'affermazione del cristianesimo" (1776) offre al lettore la migliore sintesi possibile del suo pensiero in materia di religione.
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Scritto in uno stile tanto chiaro e veloce quanto denso e appassionato, il testo ripercorre tutti i temi che hanno alimentato la riflessione del filosofo francese per più di mezzo secolo: le umili origini del cristianesimo, gli stretti legami di Gesù e dei suoi primi discepoli con la religione ebraica, l'importanza del ruolo svolto da Paolo di Tarso nell'elaborazione della dottrina cristiana, i compromessi della Chiesa primitiva con il potere imperiale romano, fino al trionfo sotto Costantino. Ma Voltaire, con il suo impareggiabile talento per la polemica, trasforma questo sapere storico in una feroce satira anticlericale, sapendo trarre, allo stesso tempo, dalla propria erudizione un ricco repertorio di argomenti, figure storiche e fatti per perorare la causa di quella religione naturale, cioè il deismo, che costituiva la negazione di ogni religione rivelata e che a lui sembrava, anche in tarda età, la "religione più ragionevole", l'unica in grado di guarire gli uomini dalla malattia del fanatismo e dell'intolleranza religiosa.
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PAVU1@Università Pavia. Biblioteca di Studi Umanistici