Alla base della riflessione di Hayek stanno due tesi teoretico-metodologiche: l’individualismo metodologico e il primato dell’astratto. La teoria dell’esperienza di Hayek è la presenza degli elementi infiniti che costituiscono l’esperienza, di cui non possiamo cogliere né la totalità né gli elementi ultimi che la costituiscono.
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Hayek sostiene non tanto la limitatezza e la molteplicità degli individui quanto la non esauribilità dell’esperienza. Il concetto di equilibrio, se deve possedere un qualche significato empirico, non può basarsi sul presupposto che ciascun soggetto conosca tutto. Per non essere una tautologia, non può prescindere dalla dimensione spazio-temporale dell’esperienza. La critica alla conoscenza perfetta mette in luce che le sue ipotesi sono irrealistiche, in quanto si baserebbero sull’ipotesi di una completa conoscenza di tutti i fatti rilevanti circa il mercato e le possibilità tecniche dei metodi produttivi disponibili.
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