«All'inizio scrivere sembra un gioco da ragazzi. Pensi sia meraviglioso. Ma in quel momento è a te stesso che pensi, non al lettore. Più tardi, quando imparerai a scrivere per il lettore, scrivere ti sembrerà tutt'altro che facile». Così riassume Ernest Hemingway pensando al suo lavoro.
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Alle difficoltà che si incontrano quando non si scrive più per sé ma per emozionare chi ci andrà a leggere. Basando il proprio studio sulla psicologia dello spettatore, in questo libro Karl Iglesias raccoglie la sfida di Hemingway e, utilizzando i grandi classici della sceneggiatura, insegna a coinvolgere il lettore dalla prima all'ultima pagina. «Chi legge», scrive Iglesias, «può provare tre tipi di emozione: voyeuristica, vicaria e viscerale». Sono queste tre "V" la chiave per connettere chi legge, e saperle gestire permette di entrare nella sua mente e aprirla all'immaginazione. Paura, suspense, sollievo, curiosità, sorpresa... le emozioni del pubblico sono come i tasti di un pianoforte che uno scrittore deve saper premere e accordare. Il che non significa svendere la propria arte ma potenziarla in vista di chi la andrà a ricevere. Per la prima volta un libro che gira la macchina da presa di 180° e inquadra l'effetto che producono nella mente i contenuti scritti. Perché, riprendendo una frase di Gordon Lish: «Ciò che conta non è quello che accade al personaggio sulla pagina, ma quello che succede nella mente e nel cuore del lettore».
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PAVU1@Università Pavia. Biblioteca di Studi Umanistici