Il presente lavoro indaga la storia della colonia ateniese di Turi, fondata in Magna Grecia nel 444 a.C. sulle rovine di Sibari e di quello che, di questa polis, era sopravvissuto dopo la clamorosa sconfitta subìta ad opera di Crotone nel 510 a.C.
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L'autore, prima di concentrarsi sugli eventi che coinvolsero la (nea) polis – dalla sua nascita fino al suo assorbimento nell'orbita di Roma –, analizza sia la realtà di "arrivo" dei coloni (Sibari, la costituzione del suo "impero", le altre colonie greche dell'area, l'interazione con le popolazioni locali), sia il contesto di "partenza": dalla politica espansionistica adottata dall'Atene periclea al dibattito filosofico-culturale che influenzò la progettazione politica e urbanistica di Turi. Il disegno di Pericle e della sua équipe contribuì, infatti, a diffondere e a perpetuare un'immagine della fondazione come una città-modello, in grado di funzionare efficacemente e di garantire l'armonia tra i cittadini. Ma una polis "ideale" Turi lo fu solo nella propaganda dei suoi promotori: nel giro di pochi anni l'instabilità iniziò a segnare profondamente la vita della città, e l'esperimento politico-urbanistico poté dirsi un fallimento in piena regola.
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PAVU1@Università Pavia. Biblioteca di Studi Umanistici