Recenti sondaggi confermano che, secondo molti, gli USA esercitano la più forte influenza destabilizzante sugli eventi mondiali e rappresentano quindi la più grande minaccia alla pace mondiale. Come mai? A partire dal 1945, nessun'altra nazione ha bombardato così tanti Stati stranieri e rovesciato così tanti governi quanto gli USA.
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Nessuna altra nazione ha più avamposti militari (parliamo di centinaia di installazioni in tutto il mondo), esporta più armi e possiede una quantità maggiore di armamenti. Per tutte queste ragioni - scrive Daniele Ganser, storico e ricercatore svizzero specializzato in storia contemporanea e politica internazionale - nessuna nazione più degli USA costituisce oggi una minaccia per il principio della "famiglia umana", secondo cui l'umanità è caratterizzata da relazioni reciproche fondamentali intrasgredibili, alla luce delle quali l'altro «può certamente essere trattato in maniera diversa, ma non può essere ucciso». Nel corso della storia, però, tale principio è stato ripetutamente trasgredito. Alcuni membri della famiglia umana ne sono stati esclusi a causa della loro provenienza geografica, della loro religione, del colore della loro pelle o del loro genere. In base a questo principio, assunto come stella polare del movimento pacifista, Ganser valuta gli sviluppi della politica americana, dalle sue origini fino ai giorni nostri, ripercorrendone i momenti fondamentali. Dallo sterminio degli indiani fino ai più recenti scandali legati a Cambridge Analytica (che possono annoverarsi in quello che Ganser definisce "imperialismo digitale"), la politica americana sarebbe caratterizzata non tanto da una specifica ideologia o da conflitti culturali, ma da una mera volontà espansionistica motivata da puri interessi economici. Secondo l'autore, tale volontà si è concretizzata nel corso della storia con strategie diverse che vanno dalla moderna guerra espansionistica e coloniale alle guerre occulte condotte dai servizi segreti per destabilizzare nazioni strategicamente importanti (tra cui, ovviamente, l'Italia), fino ad arrivare alla manipolazione interna del consenso attraverso le nuove tecnologie. Ganser riesce così a definire un quadro storico che riflette pienamente lo strutturarsi della società americana, la quale, ben lungi dal rappresentare un esempio di democrazia, si delinea come un'oligarchia sostenuta da forti interessi economici e caratterizzata dalla quasi assoluta assenza di valori etici. Ma come tutti gli imperi, dopo un periodo di espansione e di fioritura, anche gli usa sono destinati a cadere, avverte Ganser. Scritto in uno stile molto agile e accattivante e basato su un'analisi rigorosa e approfondita, che non si abbandona mai alla dietrologia, "Breve storia dell'impero americano" descrive in modo impressionante i retroscena, i motivi e gli strumenti della lotta americana per il potere mondiale - una lotta in cui la violenza è un elemento centrale.