Respinta la tradizionale concezione «strutturalista», che voleva i precetti formali osservati solo in quanto «dati», cosí come la piú moderna teoresi «neo-formalista», che viceversa tende, almeno nella sua versione meno evoluta, a sovraccaricare i vestimenta di «funzioni» a questi non pienamente co-essenziali, il volume, facendo leva sull’argomento storico, getta le basi per un rinnovato esame del formalismo testamentario, additando due direttrici epistemologiche trans-epocali e inter-agenti: l’una – «esterna» – vòlta a marcare le peculiarità dell’atto mortis causa rispetto alle diverse figure negoziali; l’altra – «interna» – preordinata invece ad evitare qualsivoglia cesura tra il «contenente» le ultime volontà e il loro mutevole «contenuto».
Lo trovi in
Scheda
PAVU3@Università Pavia. Biblioteca di Giurisprudenza