Sono passati dieci anni dall’ultima edizione di questo volume e dunque una sua revisione era necessaria in considerazione del progredire continuo e costante delle relazioni tra gli Stati e conseguentemente del diritto internazionale.
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Crisi e guerre, interne ed anche internazionali, si sono succedute ed hanno posto gli Stati davanti a scelte e posizioni da prendere rispetto a determinate condotte (si pensi all’espansione dell’ISIS nei territori siriani ed iracheni o all’invasione della Crimea e poi dell’Ucraina da parte della Russia). Un’evidente recrudescenza dell’unilateralismo con venature imperialistiche da parte di taluni Stati sembra oggi mettere in crisi alcuni principi fondamentali della Comunità internazionale, quale il divieto di uso della forza armata e il divieto di ingerenza negli affari interni degli Stati. Alcune aree del pianeta vedono persecuzioni, discriminazioni e altre violazioni massicce e generalizzate dei diritti umani che troppo spesso, nonostante lo sdegno e la reazione della Comunità internazionale, continuano ad essere perpetrate. L’evoluzione tecnologica ha posto nuove sfide agli Stati; la digitalizzazione della società, ad esempio, li ha messi davanti alla questione della liceità degli attacchi cyber, nelle loro varie gradazioni, delle ingerenze negli affari interni, attraverso meccanismi di condizionamento che utilizzano i c.d. social, e delle modalità di reazione ad essi. In un decennio non facile per il multilateralismo, le Nazioni Unite hanno continuato a svolgere le loro funzioni, anche se, sul fronte del mantenimento della pace e della sicurezza internazionali, hanno segnato una battuta di arresto davanti a crisi come quella siriana e quella ucraina. L’impossibilità di attivazione del sistema di sicurezza collettiva a causa del diritto di veto dei membri permanenti ha un po' appannato l’immagine dell’Organizzazione che tuttavia nella sua azione quotidiana è sempre rimasta un punto di riferimento nella cooperazione internazionale e un foro di dialogo e di scambio di idee. In particolare, la Commissione di diritto internazionale delle Nazioni Unite ha continuato incessante la sua funzione di codificazione e sviluppo progressivo del diritto internazionale, inserendo nell’ordine del giorno dei suoi lavori lo studio di temi particolarmente spinosi come l’identificazione e le conseguenze giuridiche delle norme perentorie di diritto internazionale, l’identificazione del diritto consuetudinario, l’applicazione provvisoria dei trattati o il ruolo degli accordi successivi e della prassi successiva rispetto all’interpretazione dei trattati. Tribunali e corti internazionali sono stati investiti di molti casi, dalle controversie sulla sovranità o sulle delimitazioni marine a quelle attinenti al riarmo nucleare o alla tutela dell’ambiente dagli usi nocivi, senza considerare importanti pareri consultivi sui principi in materia ambientale e sull’autodeterminazione dei popoli. Sul fronte della giustizia penale internazionale, l’ultimo decennio è stato caratterizzato dalla fine delle attività dei Tribunali penali internazionali per la ex Jugoslavia e per il Ruanda con il passaggio del testimone alla Corte penale internazionale nella repressione delle violazioni massicce e generalizzate dei diritti umani. La giurisprudenza interna, segnatamente quella italiana, ha fornito contributi importanti sull’interpretazione del diritto internazionale e soprattutto sui rapporti tra diritto consuetudinario e principi fondamentali della Costituzione, portando alle estreme conseguenze quell’approccio dualistico tipico di una parte rilevante della dottrina. Nel presente volume sono stati dunque inseriti questi ed altri dati della prassi e della giurisprudenza e molti capitoli sono stati profondamente modificati rispetto alle precedenti edizioni.
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PAVU3@Università Pavia. Biblioteca di Giurisprudenza