Risale all’anno accademico 2013-2014 l’idea di orientare l’insegnamento monogra?co di Diritto romano della Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Milano al tema delle interazioni tra cibo e diritto nell’esperienza giuridica romana.
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All’epoca l ’Esposizione Universale (EXPO 2015 ‘Nutrire il Pianeta, Energia per la vita’) si confrontava, proprio a Milano, con la storia dell'uomo e la produzione di cibo sia nel senso di valorizzare le tradizioni culturali sia nel senso di ricercare nuove applicazioni tecnologiche. Alla luce del successo riscosso dall’insegnamento e delle entusiastiche risposte degli studenti, ho ritenuto di continuare su questa linea. La seconda edizione del presente volume rielabora alcuni aspetti della prima del 2016 e ne amplia i contenuti, anche incorporando il volume ‘Cibo e diritto in età romana. Antologia di fonti ’, Giappichelli, Torino 2015. Si tiene inoltre conto di altre mie pubblicazioni nel frattempo intervenute sul tema: Il vino tra diritto ed economia in età romana, in GD. MEROLA-P. SANTLW (a cura di), Lawine. Commercio e consumo del vino nel mondo antico. Aspetti giuridici, Napoli 2020, Jovene, 91-108, ‘Quod ex terra natum ’. L’eco del consumo di cereali in età classica nella voce legislativa, in A.M. GlOM4RO-U. AGM4TI-ML. BICCAR! (a cura di), Studi Urbinati. Il farro e i cereali. Storia, diritto e attualità. Convegno interdisciplinare, 71.1-2, 2020, 221-236 e, con M. LAPADULA, Nicht mehr als ?ìnf. Ein antiker Vorlèiufer der Corona-Regel, in Jusletter, 25. Mai 2020 https://j usletter. weblaw. ch/j usl issues/ZOZO/l 025/nicht-mehr-als-funfjc09992 0aa. html_0NCE. Tra le testimonianze utilizzate per la ricostruzione di un quadro delle abitudini alimentari dei Romani sono considerati innanzitutto i testi giurisprudenziali che descrivono regole a decidono casi pratici, perlopiù tramandatici nel Corpus Iuris Civilis. La lettura dei casi vuole, in sostanza, mettere gli studenti direttamente a contatto con il modo che i Romani avevano di affrontare il diritto, cioè prescindendo per lo più da pro?li teorici e dedicandosi pragmaticamente alla soluzione di fattispecie concrete. Alcuni dei passi inseriti sono quelli che propongono in modo più netto la struttura tipica del caso romano come a?ontato dai giuristi romani, con la descrizione della fattispecie (casus), la formulazione dell’interrogativo (quaestio iuris) e la soluzione (responsum). I frammenti del Digesto di Giustiniano (D.) sono indicati, come è d’uso nelle citazioni di tali testi, con il libro, con il titolo e con il numero di collocazione nel Digesto, nonche' tra parentesi con il libro e con il titolo dell’opera del giurista da cui ciascuno di essi è tratto. I frammenti sono poi divisi in paragra? secondo una suddivisione che risale ai giureconsulti medioevali. La parte iniziale non è numerata e viene indicata con l’abbreviazione pr., che sta a indicare ‘primcipium ’. I segni diacritici < > stanno a indicare gli inserimenti nel testo o nella traduzione. Sono riportate nel lavoro anche fonti epigra?che. Tali testi, pervenutici direttamente, in quanto ‘scritti su supporto duro’ (dal greco epigraphe'in), tramandano signi?cativi interventi legislativi in materia. In?ne, le fonti letterarie considerate hanno il pregio di completare le testimonianze giuridiche, dando conto del racconto di scrittori e storici dell’epoca su alcuni aspetti della società romana in relazione al cibo, ai prodotti utilizzati e all’evoluzione che si conobbe nell’arco della secolare esperienza romana. L’a?9esco che mi sembra derivare attesta una ricchezza e una varietà di casistica nell’ambito di un tema che costituisce una palestra di formazione del giurista e consegna al contempo, pur spesso nascoste dietro le maglie della secca brevità della riflessione giurisprudenziale o delle disposizioni legislative, importanti e suggestive informazioni su una cultura gastronomica che ha contribuito a formare la cività occidentale. Ad uso degli studenti tutte le testimonianze riportate nel testo sono tradotte in lingua italiana. Per la traduzione dei passi del Digesto ci si è basati su: S. SCHIFANI (a cura di), Iustiniani Augusti Digesta seu Pandectae. Testo e traduzione, I-I V, 1-4, 5-11, 12-19, 20-27, Milano, 2005-2007-2011 e A. PETRUCCJ-A. SACCOCCIO (a cura di), Iustiniani Augusti Digesta seu Pandectae. Testo e traduzione, I-V2, 28-32 e 33-34, Milano, 2014-2021. La letteratura essenziale, ripartita con riferimento ai singoli capitoli del lavoro, compare in calce al volume, mentre nelle note sono riportati solo i riferimenti bibliografici principali. Per la rilettura del testo e la collaborazione nella correzione delle bozze sono grata alla Dott.ssa Linda De Maddalena, ‘Oberassistentin ’ presso l’Università di Berna e alla Dott.ssa Sabrina Lo Iacono, Assegnista di ricerca presso l’Università degli Studi di Milano. [dalla premessa]
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