L'archivio restituisce l'immagine di un Rinascimento fiorentino intimo e privato, legato alla commissione di piccole sculture in terracotta destinate alla preghiera e alla meditazione nella vita quotidiana, o dal significato apotropaico.
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Di tali opere si misura anche la fortuna internazionale otto novecentesca promossa da antiquari quali Stefano Bardini ed Elia Volpi, da studiosi come Henry Cole, John Charles Robinson e Wilhelm von Bode, e da collezionisti del calibro di Herbert Percy Horne, Charles Loeser, Hortense Mitchell e Arthur Acton.