In questo lavoro di tesi si prende spunto da un'analisi teatrografica di Guido Ceronetti e del suo Teatro dei Sensibili per avventurarsi lungo un percorso ricco di citazioni ("recisioni", le nomina l'autore) in cui si tenta di indagare la connessione tra filosofia ceronettiana del mistico e marionetta ideofora, attraverso una lettura "visionaria" distesa tra suggestioni letterarie, psicoanalitiche, agiografiche, artistiche, filosofiche. Lungo il rischioso crinale ci imbatteremo in Wells, Cecov, Bloy, Caterina da Siena, Buber, Celine, Leopardi, Rimbaud, Bùchner, Bunuel, Redon, Rilke, Teresa d'Avila... "padri spirituali, viatici e contenitori destinati alla valigia dell'attore". L'ipotesi dichiarata dall'autore è quella di tentare, grazie all'approccio con la versatile anima dell'artista di Cetona, una ri-costruzione della cronologia "interiore" di Guido Ceronetti, nella cui opera e nella cui vita le categorie richiamate convivono inseparabili.