L'"opera-mondo" di Thomas Mann - tradotta in Italia prima nel 1932 da Bice Giachetti-Sorteni e poi nel 1965 da Ervino Pocar con il titolo La montagna incantata - è offerta in una nuova traduzione corredata, per la prima volta, di un vasto commento analitico, indispensabile viatico per penetrarne la straordinaria complessità filosofica.
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La magistrale traduzione di Renata Colorni, grazie all'attenzione tutta nuova verso i suoi caratteri linguistici distintivi, restituisce al dettato manniano la sua caleidoscopica unicità. Al romanzo è affiancato il testo de La morte a Venezia, offrendo al lettore la possibilità di un immediato confronto con la novella del 1912 della quale, in origine, Der Zauberberg doveva rappresentare un semplice «pendant grottesco».