Dal 2006 a oggi il prezzo del cibo è aumentato vertiginosamente, al punto che i generi alimentari di prima necessità sono divenuti inaccessibili a un numero sempre maggiore di persone in tutto il pianeta.
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I governi e le istituzioni sovranazionali non hanno saputo gestire questa situazione e il Programma alimentare mondiale ha lanciato l'allarme, affermando che le sue riserve si stanno assottigliando rapidamente e potrebbero non essere sufficienti a fronteggiare l'emergenza. La crisi non è passeggera: ha radici profonde, legate non solo all'aumento dei costi dell'energia e al crescente ricorso ai biocarburanti, ma anche alle deleterie politiche globali del Fondo monetario internazionale e dell'Organizzazione mondiale del commercio in materia di agricoltura. Accompagnando il lettore in un viaggio che tocca diversi paesi - dal Malawi al Messico, dalle Filippine alla Cina -Walden Bello conduce un'accurata analisi delle politiche neoliberiste che hanno portato la produzione alimentare sull'orlo del baratro in tutto il mondo e mette in luce gli effetti nefasti prodotti nel settore agricolo dall'industria alimentare e dalla monocoltura, sostenute da importanti organismi internazionali come l'FMI, il WTO e la Banca mondiale. Secondo l'autore una soluzione è ancora possibile, e passa per il principio della sovranità alimentare, che permetterebbe alle nazioni in via di sviluppo di proteggere e sostenere la biodiversità attraverso il graduale abbandono della produzione su vasta scala, pensata per l'esportazione, e il ritorno a un sistema basato sui piccoli agricoltori. La via contadina all'agricoltura non sarebbe vantaggiosa solo a livello locale, assicurando l'autosufficienza alimentare delle popolazioni coinvolte: Bello dimostra infatti come le grandi monocolture non diano buoni risultati nemmeno sul piano economico, ma vengano superate dalle unità agricole di dimensioni più ridotte in termini di produzione e resa per ettaro.