L'aforisma è per Lerro "la peggiore delle forme letterarie" in quanto "nasconde dietro l'essere lapidario tutta la sua imperfezione." Ma è anche genere capace di esprime in un modo essenziale le micro verità ancora estrapolabili attraverso l'arte.
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Si comprende perché gli aforismi finisco per essere percepiti dall'autore come "la parte migliore e peggiore di sé". Nel volume che raccoglie "cinquecento gocce" dal suo mare letterario, Lerro non risparmia niente e nessuno, finanche se stesso e il genere che propone, in linea con quella visione disillusa, dissacrata e dissacrante dell'esistenza, che caratterizza ampia parte della sua produzione letteraria.