Il curatore si limita qui a sottolineare alcuni aspetti qualificanti dei saggi: il territorio indagato è ancora quello della città, del suo contado, della Certosa, dal Tre al Seicento; accanto a nuove proposte attributive avanzate su opere ancora poco studiate, si rendono noti dipinti inediti riemersi da nuove perlustrazioni e campagne di restauro promosse dagli enti di tutela; l’approccio attributivo si accompagna a nuovi scavi d’archivio e alla ricostruzione di vicende collezionistiche; il registro degli autori vede, accanto ai colleghi universitari, giovani leve della nostra e di altre scuole, e funzionari impegnati nella tutela del patrimonio. Meno evidente è il fatto che proprio l’occasione di ospitalità offerta dalla collana ha provocato l’ampliarsi di ricerche – e di scoperte – ben oltre le dimensioni dei saggi previste al momento delle proposte avanzate dai loro autori. Tutti questi aspetti rispondono agli intenti che hanno motivato la fondazione della collana, che si vuole luogo di incontro e confronto tra studiosi di diversa formazione e provenienza, nonché palestra dei più giovani.