Il Centro per la storia dell'Università di Pavia promuove e coordina lo studio sistematico dell'Ateneo pavese dalle sue origini ai giorni nostri.
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Questo lavoro viene svolto con particolare riferimento ai contributi che lo Studio pavese ha dato al progresso della cultura, alle istituzioni e alle strutture scientifiche e delle Facoltà nel loro sviluppo nonché alle figure rappresentative dei docenti e alle relazioni tra le vicende universitarie e la vita politica e sociale. Ampie ricerche sono dedicate anche alle caratteristiche demografiche e sociali della popolazione studentesca e dei docenti. Punta di diamante della comunità accademica pavese, maestro per generazioni di studiosi, Accademico dei Lincei, Enrico Magenes è stato conosciuto e apprezzato in tutto il mondo come matematico e scienziato di grande prestigio. Il protagonista di questo libro è, invece, un Magenes poco più che ventenne, giovane studente che attraversa la bufera degli anni del fascismo e del suo epilogo più tragico e che sceglie di mettere da parte gli studi amati e di battersi per un futuro di libertà, di solidarietà, di umanesimo cristiano. Una scelta, questa, che comportò un altissimo prezzo da pagare, con il carcere prima e poi con la deportazione nel lager. Ed è proprio il suo diario di deportato a Flossenbürg e a Kottern bei Kempten a parlarci con grande vivacità e immediatezza del giovane Magenes. Rimasto finora inedito, tranne qualche stralcio, il diario è scritto in presa diretta tra il 1° dicembre 1944 e il 21 luglio 1945. Dunque, non una scrittura memoriale redatta a posteriori, ma una scrittura giorno per giorno, sincronica alla sua vita a Kottern e, dopo la liberazione del campo, il 25 aprile 1945, all'odissea del ritorno. Negli appunti così sobri e controllati di questo ventenne si alternano momenti bui e lampi di luce: la nota di fondo, frutto di uno sforzo costante di autocoscienza, è un approccio etico-religioso alla vita come impegno e un'ossatura politica profonda, che la prova del lager e anche il caos infernale delle ultime durissime settimane nell'aprile '45, prima della disgregazione del sistema, non riescono a distruggere. Quello che potremmo definire un autoritratto di Enrico Magenes da giovane è completato dalla pubblicazione di alcune lettere scambiate coi familiari nonché dalla bozza di un suo discorso ai reduci dell'estate 1945. I testi di Giulio Guderzo, di Pierangelo Lombardi, di Maria Antonietta Arrigoni e Marco Savini, di Elisa Signori aiutano a seguire e a contestualizzare l'itinerario di Magenes sullo sfondo di Pavia e del mondo di quegli anni.