Tra biografia, meditazione e racconto, Fabrizia Ramondino traccia un personalissimo itinerario dell’anima immergendosi nella cultura napoletana a cui appartiene. Ricordi d’infanzia da cui riemergono le figure di ragazzi, di nonne, di madri, di domestiche che si muovono tra i vicoli della città, nelle calde cucine di casa, nei salotti di rappresentanza.
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Un paesaggio esistenziale che muta a seconda degli occhi di chi guarda e della memoria di chi rievoca. Lo sguardo della Ramondino si poggia sulle cose con nostalgia e affetto, incanto e disincanto risvegliando dal torpore della polvere un mondo amato, assurdo, magnifico che ha bisogno di essere conservato. Accade che l’antico sortilegio che si tramanda di donna in donna, di scrittrice in scrittrice, si distenda sulla memoria con il tocca magico della parola, unica in grado di evocare, illuminare, svelare le fattezze di un universo segreto, tanto meraviglioso quanto crudele, infinito.
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PAVU1@Università Pavia. Biblioteca di Studi Umanistici
