Una Lombardia ricca e indifesa fra tanti staterelli regionali; le armate del Direttorio che dilagano, invadono e impongono la legge della conquista. Nulla h piy come prima, la rivoluzione di Francia sta per cambiare l'assetto di un mondo millenario.
[...]
Il giovanissimo Buonaparte, geniale e sprezzante, giunge come un fulmine nelle calme pianure piatte, piene di messi e di risaie. Napoleone, decide, ordina, pretende; sapr` anche organizzare, ma intanto occorre che qualcuno gli impedisca di distruggere tutto. Milano non pur trovare che un uomo appartato, onesto e per nulla voglioso di scommettere in quella fornace la sua reputazione. Francesco Melzi, patrizio milanese, di poca salute, di alto sentire: l'unico, a quei tempi, capace di credere al disegno di un'Italia libera.
Francesco Melzi d'Eril (1910) ha insegnato Storia e Italiano nella Scuola media Superiore e ha preso parte e collaborato a Commissioni Internazionali (UNESCO) per i problemi connessi all'insegnamento di una storia europea soprattutto l'indomani della Seconda Guerra Mondiale.