Nel 1938 Carl Schmitt annunciava in una lettera indirizzata a Ernst Jünger il passaggio epocale al nomos dell’aria nella cui vigenza “noi abitatori del suolo siamo stati sospinti una dimensione più in basso e la nostra terra si è trasformata in una sorta di fondale marino”.
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La premessa di questo compimento ultimo, in cui le divisioni della terra e la dimensione storica dell’esistenza sono mobilitate e riposte da una nichilistica “forza ordinante” nella quale di volta in volta è riconoscibile la Grundnorm kelseniana oppure il principio del Gestell heideggeriano, è fatta storicamente coincidere dall'autore del presente saggio con la rottura rivoluzionaria dello sviluppo della struttura economica e politica della “casa nel suo complesso” nel XVIII secolo.
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PAVU3@Università Pavia. Biblioteca di Giurisprudenza